A Verissimo Stefano Tacconi racconta la sua rinascita: “Prima pensavo di essere immortale. L’ho passata brutta”

ALESSANDRIA – Ospite di Verissimo, il programma su Canale 5, l’ex portiere della Juventus Stefano Tacconi ha raccontato per la prima volta in tv la sua rinascita dopo l’emorragia cerebrale che lo colpì ad aprile 2022 mentre si trovava ad Asti. I professionisti dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e del Centro Riabilitativo Borsalino hanno avuto un ruolo fondamentale nel percorso di ripresa del famoso sportivo. Il campione bianconero fu infatti operato d’urgenza dall’equipe del Direttore di Neurochirurgia Andrea Barbanera, con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, per poi essere ricoverato prima in Rianimazione, diretta da Fabrizio Racca, e poi nel reparto di degenza. Tre mesi dopo fu trasferito al Centro Riabilitativo Borsalino. Lo scorso marzo aveva lasciato l’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Dallo scorso 28 ottobre, poi, Tacconi è stato dimesso dall’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo ed è tornato a casa. 

L’ho passata brutta. Pensavo di essere immortale, ma dietro l’angolo c’è sempre qualcosa di inaspettato. Meno male che mio figlio Andrea era al mio fianco in quel momento. In quei giorni ero stanco, avevo un forte mal di testa, dopo aver guidato per tanti chilometri. Nonostante il mio passato di atleta ho faticato tanto, la riabilitazione è stata dura. Ho dovuto ricominciare da capo, sia a parlare che a camminare. La vicinanza della mia famiglia è stata importante: è la mia squadra. Sono rimasto in coma una settimana e mezzo” ha raccontato Tacconi, visibilmente commosso, a Silvia Toffanin il medico che mi ha operato ha detto ai miei familiari di pregare, non sapevano se sarei riuscito o meno a superare la notte. Ora non mi fanno toccare vino né fumare” ha poi scherzato l’ex numero uno della Vecchia Signora rivolgendosi ai suoi cari. “Ho sentito tanto l’affetto dei tifosi, ad Alessandria sono venuti sotto l’ospedale mettendo lo striscione. Ero amato prima e lo sono ancora, quando uno semina bene poi raccoglie”.

Al suo fianco, infatti, è intervenuto anche il figlio Andrea. Tacconi si trovava con lui quando cominciò a sentirsi male: “I primi 20 giorni sono stati quelli più critici, non dormivamo neanche, temendo di ricevere da un momento all’altro una telefonata che nessuno vorrebbe mai ricevere. In quei giorni così complicati ho cominciato a soffrire di attacchi di panico. Dopo una settimana e mezza, però, è uscito dal coma, muoveva le mani e gli occhi. Alla fine ha perso 30 chili. Ora siamo ancora più uniti. Scherzando gli dico che mi ha fatto venire i capelli bianchi come i suoi”. 

Fonte: RADIOGOLD.IT